DOAc e grandi anziani
Intervista alla Dott.ssa Laura Lonati, cardiologo territoriale, sui DOAc e i grandi anziani
Intervista alla Dott.ssa Laura Lonati, cardiologo territoriale, sui DOAc e i grandi anziani
Il tromboembolismo venoso (VTE) che comprende sia la trombosi venosa profonda che l’embolia polmonare (EP) è una delle principali cause di morbi-mortalità nel mondo. La terapia anticoagulante rappresenta ancora oggi il trattamento di scelta.
Esattamente dieci anni fa venivano pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale Italiana le condizioni di rimborsabilità per dabigatran, rivaroxaban ed apixaban nella prevenzione di ictus ed embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare.
I DOACs (Direct Oral AntiCoagulants) rappresentano ad oggi la soluzione terapeutica ottimale nel trattamento e nella prevenzione di eventi cardio-tromboembolici, determinando un approccio più vantaggioso rispetto a quello della terapia con antagonisti della vitamina K, sia in termini di efficacia ma soprattutto in termini di sicurezza.
La terapia con i nuovi anticoagulanti orali (NAO) è diventata disponibile con indicazione
clinica per la fibrillazione atriale dal 2010; ogni anno si stima che circa 6 milioni di pazienti
nel mondo necessitano di una valutazione per la sospensione di tali farmaci in quanto
devono essere sottoposti ad interventi di chirurgia elettiva
La Fibrillazione Atriale è una patologia diffusa e strettamente correlata all’età, in Italia un anziano su dodici è affetto da FA e mentre si tratta del 3% nei soggetti nella fascia di età 65-69aa, la percentuale sale al 16.1% negli over 85aa.
Secondo statistiche ormai consolidate, il tromboembolismo venoso (TVS) [termine che comprende la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP)] rappresenta per prevalenza la terza sindrome “cardiovascolare” acuta, dopo l’infarto del miocardio e l’ictus ischemico
Con l’aumento degli impianti dei dispostivi cardiaci impiantabili (CIED) e la possibilità di monitoraggio anche da remoto che offrono, in questi anni si è sviluppato un crescente interesse verso gli episodi aritmici di elevata frequenza atriale (AHRE) registrati dai dispositivi e riscontrati ai controlli remoti o ambulatoriali.
Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni nella terapia dello scompenso cardiaco, confermati dalla rivoluzione delle ultime LG che propongono quattro pilastri terapeutici come terapia iniziale molti aspetti nella pratica clinica rimangono ancora senza chiare evidenze, soprattutto quando si tratta di gestire popolazioni particolari.
Il chirurgo vascolare si sa… cuce, riattacca, bypassa, ricanalizza, pallona, stenta… ma poi quando si tratta di prescrivere farmaci va in crisi totale.