RAZIONALE

La recente pandemia da SARS-CoV-2 ha esacerbato le problematiche gestionali della terapia anticoagulante con AVK. In Italia, a differenza di quello che succede invece in altri paesi, sussistono ancora oggi condizioni che tendono a fare da deterrente rispetto alla possibilità di dare accesso al maggior numero di pazienti possibile ai DOACs.
Ripercorrendo la storia che ha portato ad una vera e propria rivoluzione nel campo del trattamento anticoagulante, possiamo apprezzare ancora di più quali siano i molteplici vantaggi sia pratici che clinici a favore degli inibitori diretti della trombina e del fXa rispetto agli antagonisti della vit K vantaggi rafforzati anche da recenti nuove importanti evidenze. Questo particolare momento storico dovrebbe essere quindi l’occasione , a quasi dieci anni dall’introduzione del primo DOAC nel nostro paese, per rivedere radicalmente quelle che sono le regole amministrative e di gestione clinica dei pazienti che in Italia necessitano di terapie croniche anti coagulanti con ferendo una dovuta accelerazione al processo di cambiamento che in Italia stenta ancora a completarsi efficacemente.